Gli attuali stili di vita e modelli di sviluppo generano consumi che sono “al di sopra delle nostre possibilità”. Gli edifici, in particolare, rappresentano voci di costo importanti nei bilanci energetici ed ambientali: consumano il 35-40% dell’energia e anche di più se si considera la fase di produzione dei materiali e delle componenti impiegate; sono responsabili dell’emissione del 30% di gas serra. Secondo l’Unione Europea negli edifici è però insito il maggiore potenziale per il conseguimento degli obiettivi 20-20-20; è possibile migliorare significativamente il loro livello di efficienza e “fare di più con meno”. La priorità è ovviamente quello di intervenire sugli edifici esistenti, per la dimensione consistente dello stock, basso livello delle prestazioni offerte, durata del ciclo di vita, peso del mercato; dal 2009 gli investimenti legati alla riqualificazione hanno decisamente superato quelli della nuova costruzione e sono gli unici ad aver mantenuto un trend positivo anche nel corso degli anni.

I livelli di prestazione-obiettivo dovranno essere sempre più elevati nel tempo per rispondere a disposizioni di legge emanate a livello locale in coerenza con strategie definite a livello europeo e mondiale con obiettivi sempre più stringenti. Sullo sfondo si collocano, in campo energetico, il NZEB (Net Zero Energy Building) e, in ambito più generale, il Green Building.
Gli edifici sono anche il luogo in cui trascorriamo oltre il 90% del nostro tempo. Le scelte tecnologiche e di progetto finalizzate al contenimento dei consumi non devono quindi pregiudicare ma, anzi, migliorare la qualità complessiva del costruito, il comfort e la salubrità degli ambienti, la loro sicurezza; devono garantire che l’edificio sia in grado di svolgere le sue funzionalità caratteristiche, semmai implementandole con prestazioni rispondenti a nuove esigenze degli utenti collegate, ad esempio, con l’invecchiamento della popolazione.